Negli ultimi trent’anni le parole d’ordine sono state efficienza, efficienza, efficienza, produttività, velocità, qualità.
Manager, professionisti e aziende hanno progressivamente ridotto le proprie domande all’ordinario e ricercato solo miglioramenti incrementali, senza cercare di cambiare lo status quo.
Porsi domande e dare spazio al pensare è stato - ed è - spesso visto come inefficiente dalla maggior parte di coloro che hanno responsabilità all’interno delle organizzazioni, dei professionisti, degli imprenditori.
Tutti siamo così ansiosi di fare da non avere tempo per mettere in discussione ciò che stiamo facendo e rifletterci su.
So-stare, ascoltare le nostre emozioni, dare credito alle intuizioni, chiederci il 'senso' del nostro agire collocandolo in una prospettiva più ampia e sistemica per riconsiderare e proiettare l’effetto delle decisioni nello spazio e nel tempo, esaminare le incongruenze, riconoscere i modelli mentali sottostanti, accedere alla nostra creatività, immaginare e valutare alternative, appare troppo rischioso, potenzialmente frenante. É ‘perdere tempo’.
Rallentare, pensare, sentire, immaginare, ci possono far rilevare elementi mancanti o sotto/sovrastimati, evidenziare errori di valutazione o di procedura, tornare su decisioni già prese: cose che fanno una gran paura a chi sente di dover rispondere a una richiesta soprattutto di 'fare' evelocemente.
In realtà sono proprio questo fare e questa velocità a creare affanno e disagio.
Eppure, tutti i giorni, anche se ne siamo inconsapevoli, sono emozioni e pensieri ciò che si traduce in azioni, decisioni, comportamenti, modi di relazionarsi con il mondo e con gli altri, di vedere il proprio business, i processi, i prodotti e i servizi. Sono convinzioni consolidate, modelli mentali, visioni del mondo e valori ciò attraverso cui percepiamo e leggiamo la realtà che ci circonda e gli avvenimenti.
Cose che impattano significativamente - in maniera determinante e talvolta drammatica - sulla professione e la carriera, sul privato e sulla vita tutta degli altri intorno a noi.
Ma nulla condiziona e caratterizza di più il nostro agire del nostro modo di fare e farci domande, del nostro modo di elaborare le informazioni, di immaginare il futuro, insomma del nostro modo di 'pensare'.
Questo è ciò che faceva dire a Marco Aurelio, imperatore, filosofo e genrale romano che "Pensare bene è già un agire".
La SIAa Masterclass vuole essere proprio quel luogo della riflessione e della riflessività che manca agli executive del nostro tempo per porsi e condividere le domande cruciali e cercare insieme soluzioni non scontate, in grado di cambiare significativamente il modo di incidere sul proprio contesto per farlo evolvere come le criticità attuali, a livello locale e globale, richiedono.